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Bolla o Rivoluzione? Mining & Criptovalute, lo scenario che cambia.

Riceviamo dal nostro socio Gabriele Stampa, Assocoin Firenze e Co-Founder di Bitminer Factory, un interessante articolo sull’attuale status del Mining e delle Criptovalute.

Mining & Criptovalute, lo scenario che cambia.

È l’interrogativo che da sempre ed ancor di più oggi corre tra le tante comunità di miner, trader e sostenitori delle Cripto e della tecnologia Blockchain.

Con il BitCoin in caduta libera da diversi giorni, c’è chi già grida già alla disfatta, chi allo scoppio della bolla, chi sostiene la teoria di uno schema “Ponzi” di bibliche proporzioni e c’è chi invece come me ha iniziato dal Mining credendo che la tecnologia Blockchain ormai si sia affermata e che non si possa più tornare indietro. – Proprio come è accaduto con l’invenzione della prima caldaia a vapore durante la prima rivoluzione industriale.

Oltre agli aspetti tecnologici della vicenda che ci riguardano molto da vicino, resta preponderante anche l’aspetto finanziario e le economie del mercato che si sono sviluppate proprio intorno al mondo delle Cripto. Un mercato senza regole e regolamenti. Un mercato per molti difficile da comprendere ed in continuo e rapidissimo mutamento.

Chiaro è che alla base di tutto, dell’esistenza del sistema stesso, restano il Mining e le attività dei Data center e delle Mining farm. Queste di fatto sono quell’insieme di attività, oggi industriali, che sostengono le “Cripto-Blockchain” e che ne rappresentano l’unica parte realmente “tangibile”.

Ricordo che agli albori del “BitCoin” o di “Ethereum”, tanto per fare un paio di nomi in relazione al mondo Cripto, non esistevano “grandi mining farm”. Il mining era sostenuto da “passionisti” che nella propria autorimessa o nella cantina allestivano piccoli impianti di mining domestici proprio per la volontà di creare valore, ampliando così la rete, dando vita ed un’infrastruttura “realmente distribuita” che poi si è diffusa proprio come enunciato da Metcalfe in merito alle “reti digitali”.

Oggi, con l’aumento della difficoltà di estrazione, l’aumento della potenza di calcolo necessaria alle Cripto-Blockchain, l’aumento delle transazioni, ecc. i minatori sono sempre più concentrati in grandi impianti di mining che di fatto, sfruttando sinergie di scala e minori costi di OPEX possono ovviare ai drastici cali di performance riconducibili proprio al “valore di mercato assunto dal prodotto estratto dalle miniere” ossia dal valore delle Cripto.

Strutture costose, composte da migliaia di computer per mining, impianti che necessitano di molte accortezze per “funzionare bene” e che al momento in varie parti del mondo sembrano “unprofitable”, infruttuosi. In verità questo “capitale” rappresenta la struttura e la ricchezza del sistema che sostiene e che quindi ne resta parte integrante del valore.

Ma le Cripto sono solo un aspetto morfologico della tecnologia Blockchain. Quello più famoso, quello più chiacchierato, quello che fa notizia. Proprio perchè rappresenta la parte che interessa di più a molti. Il Denaro.

– Ma cosa accadrebbe se davvero il Mining non fosse più sostenibile?

È evidente che se il valore delle Cripto scenderà ancora il mining diventi realmente insostenibile nella grande maggioranza dei casi, ma non per tutti.

In verità stiamo già assistendo ad un “processo di centralizzazione”, iniziato proprio con la costruzione dei Miner ASIC, che è continuato con la costruzione di grandi mining farm, e che sta procedendo anche nel mondo degli “Exchange” o delle tecnologie per le Blockchain Private che adesso sono sotto l’attenzione dei più importanti players del mondo finanziario desiderosi in questo modo di riposizionarsi sulla nuova scacchiera del mondo Fintech o meglio della finanza.

– Come si fa a non parlare di rivoluzione industriale?

Confidiamo che la situazione possa trovare “un nuovo equilibrio” perchè l’equilibrio fa parte della natura delle cose, e che questo lo si trovi proprio passando da situazioni che non ne hanno. – La domanda è quale sarà? Difficile prevederlo ma non impossibile.

Però è auspicabile che IOT e Blockchain siano tecnologie che in futuro saranno applicate in maniera sempre più massiva ed evoluta. Daranno vita a nuove opportunità e sottosistemi e comunque vadano le cose avranno sempre bisogno di infrastrutture IT efficienti e data center specializzati.

– Le attività di mining muteranno quasi certamente, ma il mining POW/POS continuerà ad esistere fino a quando esiteranno le tecnologie e le reti Blockchain pubbliche o private che siano.

Cosi come nella scacchiera sono le pedine le prime a cadere, oggi crolla il mining domestico e le piccole mining farm nate in centri dove l’energia è troppo costosa per le attuali condizioni di mercato. Nulla di imprevisto, niente di eclatante è solamente il “naturale andamento delle cose”. 

Il processo porta ad una “pulizia” del settore ed ad una “riconfigurazione ed equilibrio del sistema” in cui cambiano i soggetti. In questa condizione vince chi resta in partita, chi può in sostanza garantirsi potenza di calcolo a buon mercato per continuare a fare mining mentre tanti sono costretti a spegnere le macchine gridando così alla disfatta. – Una manovra da fantapolitica nel settore Fintech? Altri interrogativi senza risposta.

Noi siamo costruttori, minatori, appassionati di tecnologia e visionari e ci impegniamo per costruire e gestire i nostri impianti in modo profittevole, in modo semi-distribuito, utilizzando le sinergie di scala e le facilities che occorrono per poter continuare nel nostro processo evolutivo che per noi è iniziato dal Mining.

  • Bolla o Rivoluzione? Chi può rispondere con certezza?

Io credo che sicuramente da qui passa l’innovazione. Dal coraggio di credere, di cercare un equilibrio, dal saper fare e continuare ad innovare. Il profitto resta una conseguenza delle nostre scelte e delle nostre azioni.

“If you think you can do a thing or think you can’t do a thing, you’re right.”

Henry Ford

Gabriele S. #bitminerfactory #cofounder #miningindustriale

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